Un denominatore comune in questi scatti è il sorriso, che non solo svincola dalla convinzione comune che la sensualità si racconta con sospiri e espressioni ammiccanti, ma evidenzia quella spontaneità ed immediatezza che l'autore cattura in fase di scatto, che definisce l'immagine con una naturalezza palpapile.
Il controllo del set è perfetto, come lo è il bianco e nero netto e raffinato, la seduzione non è più raffigurazione di un concetto ma un passione un sentimento, priva di inflessione volgare.
La verità fotografica è una costruzione artificiale, la spontaneità è l'effetto di una buona realizzazione ed una conoscenza del linguaggio visuale.
E' banale ed errato considerare i suoi scatti belli per la prestanza delle modelle, con gli stessi soggetti il risultato non sarebbe uguale con un altro fotografo, quello che rende unici ed inimitabili i suoi lavori è la sua personalità che diventa quasi un marchio di fabbrica, che è il risultato oltre che di tecnica, cultura ed estro,di quel senso di potenza e di consapevolezza mitigati dalla necessità di racconto senza essere sopraffatto, una giusta armonia in ogni scatto della presenza del fotografo e del soggetto.
Willy Ronis scriveva nel suo “Sur le fil du hazard” la fotografia è lo sguardo. Si ha o non si ha.
Nella fotografia di Buzzanca l’attenzione alla forma, la ricerca tenace di un equilibrio,non oscurarano quel particolare modo di osservare, cogliere e rappresentare una femminilità che vede nelle mille sfaccettature e la narra attraverso uno sguardo ampliato, esteso tipico di una personalità eclettica.ANTONELLA LEONE
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