mercoledì 3 giugno 2020

"The journey and the gaze" Photographer Alberto Buzzanca

La realtà contiene già tutto quello che serve, coglierla in quell" attimo perfetto " che citava Bresson permette di realizzare un armonia di reportage e foto artistica. In questa serie di scatti realizzati in Giordania e a Cuba presentano un'altro aspetto della fotografia di Alberto Buzzanca, irrequieto creativamente , curioso e affascinato da quello che lo circonda, illustra quel realismo descrittivo che caratterizza una fotografia di racconto. Le geometrie naturali in assenza di soggetti, complici inquadrature particolari presentano quella possibilità di scatto intuito, privo di intenzionalità, che definiscono l'attimo colto da un occhio attento che si completa con una partecipazione emozionale per quello che lo circonda. Uno sguardo che non considera nulla insignificante riesce a trasmettere la magia della normalità, come nella foto che apre l'album scattata a Cuba 2004: un salone di parrucchiere due volti in posture differenti, uno osserva l'altro assorto,completa la scena l'assenza di altre fisicità, non esiste soggetto protagonista ma tutto contribuisce al fascino dello scatto frutto di un'intuizione. Lo stesso si coglie nella fonte battesimale di Cristo in Giordania, più piani di visivi convergono straordinariamente defininendo una dimensione sacrale raccontata dall'insieme.
Nei due ritratti i volti raccontano la loro storia attraverso lo sguardo: gioioso tipico di un bambino, severo in un anziano dove i tratti raccontano il tempo, l'espressione la serenità di un atto di fede racchiuso nella scritta che sovrasta il volto e la cornice. Nelle foto di paesaggio cerca attraverso la scelta del bianco e nero l'essenza più profonda della natura, concentrandosi sulla purezza delle forme, su ombra e luce ed i contrasti, rafforzando il fascino dell'assenza, una visione contemplativa che cattura chi osserva. Questo breve viaggio attraverso l'obiettivo dell'autore si percepisce quella sintesi culturale e visiva di correnti fotografiche che sono bagaglio culturale e tecnica ma in primis quella capacità di vedere che differisce dall'osservare.ANTONELLA LEONE
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