venerdì 19 febbraio 2016
Notes on "The unconscious Photography" by Paolo Corradini
La fotografia intesa come arte della rappresentazione, magia che non nasce tanto dalla cura della composizione, quanto dal sentimento che traspare che determina storie fotografiche dal sapore misterioso e affascinante. Un flusso visuale, sotto forma di monologo, dove la narrazione è affidata ai simboli, ai contrasti, alla sovrapposizione di elementi.
Un lavoro dove in una cornice visionaria e misteriosa che interrompe il tempo e svanisce la contestualizzazione, tutto si concentra e quasi si congela in quel corridoio senza uscita, dove la donna in una visione quasi fantasmatica si erge come unico elemento di narrazione, il volto osserva quello che la precede uno sguardo al passato, una discesa nel profondo come nell'immagine della scala, un percorso in salita, tutti elementi che raccontano di un viaggio attraverso la vita, che spezza le catene della consequenzialità ed attraverso una visione frammentaria ne evidenziano i percorsi di conoscenza.
Nelle immagini dove appare il volto,questo è sempre filtrato da qualcosa che si sovrappone e distingue esterno ed interno, che non è divisione fra realtà e visione, ma rappresentazione di due aspetti intimi che sono il soggetto e la parte inconscia, molteplice, sconosciuta che è il grande fascino dell'esistenza ed in specie dell'universo donna.
La gestione tonale e quella della luce diventano sfumature del suo percepire, elementi altri di quella comunicazione silenziosa che nel suo lavoro è linguaggio.
For Editorial Antonella Leone
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