Lo
stile di Paola Mischiatti è straordinariamente narrativo ed
evocativo, un linguaggio concettuale che parte dall’inconscio
e dalle dimensioni emozionali consapevolizzate, immagini che mettono
in scena e rendono più concreto ed indagano nei sentimenti più
profondi di osservatore e creatore colmandoli di un fascino profondo.
Un
figurativismo che si avvale di simboli, qui il dettaglio che racconta
sono i fiori, espressione di bellezza fugace, fragilità, ma anche
purezza, grazia e sensualità ben evidenziati dalla scelta di
colori come il bianco ed il rosso che si mescolano e sembrano
amalgamarsi evidenziando quella sintesi che è espressione di
cognizione e conoscenza di una femminilità completa.
L’uso
del mosso ben evidenzia quella rappresentazione metaforica di fasi di
transizione dove il tempo perde collocazione in quella sintesi di
passato, presente e futuro, espressione di un cammino di
individuazione che conduce alla realizzazione di una femminilità
completa.
Uno
degli scopi dell’artista in una realtà dove l’immagine della
donna è spesso collegata ad una sensualità prorompente, ad un
fascino legato al costruito, alle immagini dove il nudo non assume il
ruolo ne artistico e neppure di veicolo comunicativo, ma
semplicemente funzionale ad un immagine di impatto visivo, apre le
porte a quella percezione del femminile che è astrazione dalla
forma, espressione della parte spirituale in senso lato che in
termini psicologici Jung definisce “ Anima”.
Conoscendo
il suo lavoro fotografico non esiste incongruenza fra immagine ed
idea, la funzionalità dell’immagine ne diventa la
rappresentazione, in nessuno dei suoi progetti la fisicità predomina
l’intenzionalità della comunicazione,il suo estro creativo è
espressione di una personalità complessa ma compiuta, nei limiti di
quello che permette un viaggio di scoperta dove ogni tappa raggiunta è una partenza.
Le
cornici risultano sempre assenti di dettagli affidate solo alla
gestione tonale, il fulcro rappresentativo è l’immagine dove
spesso compare lei stessa attraverso l’uso di lunghe esposizioni in
modo da essere parte del processo creativo.
Scelta
dal Magazine per la sua non solo riconosciuta sapienza tecnica, ma
per quella capacità di spazio che la Mischiatti ha saputo crearsi nel
narrare il mondo femminile senza ricorrere alla fisicità come fine
ultimo di rappresentazione.
( Antonella Leone )
( Antonella Leone )